ramarie: la forma
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ramarie: la forma
un saluto a tutti;
a volte si parla tanto ma si capisce poco perchè non si da alle parole lo stesso significato; parlando di ramarie spesso, per esempio, si usano i termini arborescente o coralloide come sinonimi;
vorrei cogliere questo spazio per mostrare quattro ramarioidi diverse con l'intento di chiarire cosa penso io, che mi avvicino all'argomento, e mi farebbe piacere se aggiungendo le vostro foto, mi fate capire le differenze; poi magari si potrebbe aprire qualche altro post sui caratteri essenziali da osservare, termini da usare, e da riportare nei post a chè la discussione abbia un senso e porti a qualche conclusione credibile; questo vale per tutti i funghi ma per le ramarie forse ha importanza maggiore per una corretta determinazione;
a volte si parla tanto ma si capisce poco perchè non si da alle parole lo stesso significato; parlando di ramarie spesso, per esempio, si usano i termini arborescente o coralloide come sinonimi;
vorrei cogliere questo spazio per mostrare quattro ramarioidi diverse con l'intento di chiarire cosa penso io, che mi avvicino all'argomento, e mi farebbe piacere se aggiungendo le vostro foto, mi fate capire le differenze; poi magari si potrebbe aprire qualche altro post sui caratteri essenziali da osservare, termini da usare, e da riportare nei post a chè la discussione abbia un senso e porti a qualche conclusione credibile; questo vale per tutti i funghi ma per le ramarie forse ha importanza maggiore per una corretta determinazione;
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Re: ramarie: la forma
questo è per me una forma coralloide, lo sviluppo del tronco e dei rami sono sostanzialmente equivalenti;
con questa forma e questi colori io conosco solo ramariopsis crocea, in habitat di latifoglie igrofile con quercus,
con questa forma e questi colori io conosco solo ramariopsis crocea, in habitat di latifoglie igrofile con quercus,
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Re: ramarie: la forma
questa è invece forma cavoloide, lo sviluppo del trono basale è nettamente maggiore rispetto allo sviluppo dei rami;
pensando a ramaria flava , l'ho anche mangiata( non mi menate)
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Re: ramarie: la forma
forma a clavula; rugosa? il secondo C. pistillaris
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Re: ramarie: la forma
forma arborescente, sviluppo prevalente delle ramificazioni rispetto al tronco;
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Re: ramarie: la forma
un grazie assai a tutti coloro che partecipano alla discussione( del resto con questo freddo è meglio discutere davanti al camino anzichè andar per boschi)
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Re: ramarie: la forma
Pinuccio,
posso permettermi un consiglio?
Se vuoi trovare soddisfazione nel tuo lavoro di ricerca devi darti un metodo che, secondo me, deve essere articolato sui seguenti aspetti:
a) ricerca bibliografica recuperando scritti e monografie.
Per quanto riguarda il genere Ramaria, di Corner, Coker, Marr & Stuntz, Petersen.......
b) analizzare quali caratteri vadano indagati macroscopicamente e microscopicamente per separare generi, sottogeneri e specie. Imparare quali macroreazioni siano importanti e procurarsii reagenti necessari.
Eseguire sempre le sporate ( colori scuri su cartoncini bianchi, colori chiari e bianchi su cartoncini neri). Conservare le sporate in vetrini lutati. fare gli exsiccata, catalogarli e conservali in luogo asciutto.
c) seguire le indagini biomolecolari che, in progress, ridisegnano i cladogrammi fenetici, la filogenesi, le "parentele" tra generi e sottogeneri affini che occupano cladi di prossimità. Nel caso di Ramaria i generi Gomphus, Clavaria, Spathularia. Tieni presente che il genere Ramaria è parafiletico, con alcuni sottogeneri monofiletici ed ha legami perfino con l'ordine delle Phallales ( per te, come medico, DNA, rDNA, loci dei mitocondri non dovrebbero essere un problema)
d) compilare delle relazioni, corredate da foto macro e micro , dalle elaborazioni statistiche e quant'altro di utile serva per descrivere bene un rinvenimento.
e) archiviare tutto in buon ordine sul PC
Naturalmente non si può pensare di fare tutto in un giorno ma, secondo il mio modesto pensiero, lavorare con metodo e per obiettivi porta a buoni risultati e grandi soddisfazioni.
posso permettermi un consiglio?
Se vuoi trovare soddisfazione nel tuo lavoro di ricerca devi darti un metodo che, secondo me, deve essere articolato sui seguenti aspetti:
a) ricerca bibliografica recuperando scritti e monografie.
Per quanto riguarda il genere Ramaria, di Corner, Coker, Marr & Stuntz, Petersen.......
b) analizzare quali caratteri vadano indagati macroscopicamente e microscopicamente per separare generi, sottogeneri e specie. Imparare quali macroreazioni siano importanti e procurarsii reagenti necessari.
Eseguire sempre le sporate ( colori scuri su cartoncini bianchi, colori chiari e bianchi su cartoncini neri). Conservare le sporate in vetrini lutati. fare gli exsiccata, catalogarli e conservali in luogo asciutto.
c) seguire le indagini biomolecolari che, in progress, ridisegnano i cladogrammi fenetici, la filogenesi, le "parentele" tra generi e sottogeneri affini che occupano cladi di prossimità. Nel caso di Ramaria i generi Gomphus, Clavaria, Spathularia. Tieni presente che il genere Ramaria è parafiletico, con alcuni sottogeneri monofiletici ed ha legami perfino con l'ordine delle Phallales ( per te, come medico, DNA, rDNA, loci dei mitocondri non dovrebbero essere un problema)
d) compilare delle relazioni, corredate da foto macro e micro , dalle elaborazioni statistiche e quant'altro di utile serva per descrivere bene un rinvenimento.
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Naturalmente non si può pensare di fare tutto in un giorno ma, secondo il mio modesto pensiero, lavorare con metodo e per obiettivi porta a buoni risultati e grandi soddisfazioni.
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Re: ramarie: la forma
Ciao DanieleU
hai dato l'unica utile risposta in grado di far comprendere al buon Pinuccio come si procede nello studio di questi difficili funghi/sezioni/generi/raggruppamenti.
Credo però che prima deve iniziare dall'ABC in quando, sotto l'egida di clavarie ex manine, mischia Clavaria, Clavariadelphus, Clavulinopsis e Clavulina.
Non si può iniziare le scale a partire dal primo piano ma bisogna iniziare dal piano stradale e salire prima al primo piano.
Molto interessante la sequenza proposta da Daniele ma temo incomprensibile per chi non conosce le caratteristiche di tutti i generi clavarioidi descritti dallo Julich.
Gioromini.
hai dato l'unica utile risposta in grado di far comprendere al buon Pinuccio come si procede nello studio di questi difficili funghi/sezioni/generi/raggruppamenti.
Credo però che prima deve iniziare dall'ABC in quando, sotto l'egida di clavarie ex manine, mischia Clavaria, Clavariadelphus, Clavulinopsis e Clavulina.
Non si può iniziare le scale a partire dal primo piano ma bisogna iniziare dal piano stradale e salire prima al primo piano.
Molto interessante la sequenza proposta da Daniele ma temo incomprensibile per chi non conosce le caratteristiche di tutti i generi clavarioidi descritti dallo Julich.
Gioromini.
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Re: ramarie: la forma
cari Daniele e Giò
intanto grazie per l'attenzione;
in effetti sono consapevole dei miei limiti, e proprio per questo sono venuto in questo forum, in cui tuttavia credo di essere l'unico a non usare il microscopio; avrei potuto frequentare altri forum in cui le determinazioni sono spesso poco credibili,o comunque poco argomentate, invece qui trovo meno gente ma diagnosi argomentate; attualmente io sono solo in grado di fare domande, ma col vostro aiuto e disponibilità,vorrei fare un percorso, lo vogliamo chiamare apprendistato?
il primo post che ho letto su questo forum è stato quello sull'idea open source di arturo; una filosofia basata sulla libera circolazione delle idee;
bene, voi siete sicuramente preparati da questo punto di vista, volete mi pare allargare la cerchia dei sapienti e nel contempo io, ma spero anche altri, sono interessato a studiare, non essendoci un corso diciamo universitario per micologi, e sono disposto anche a comprare un microscopio serio, ma questo ha senso se qualcuno mi indirizza, fermo restando che per me la micologia è sempre un hobby ( il lavoro ovviamente viene prima ma nel mio caso comunque un pò di tempo libero me lo lascia), un hobby serio ma pur sempre un hobby;
in qualche modo non sono nè carne ne pesce, e per fare il salto di qualità avevo aperto questo post partendo dall'ABC, dalle forme macroscopiche dei funghi clavarioidi sensu latu;
per creare un posto dove imparare e dove ... rompervi le palle con le mie domande
certo della vostra disponibilità
intanto grazie per l'attenzione;
in effetti sono consapevole dei miei limiti, e proprio per questo sono venuto in questo forum, in cui tuttavia credo di essere l'unico a non usare il microscopio; avrei potuto frequentare altri forum in cui le determinazioni sono spesso poco credibili,o comunque poco argomentate, invece qui trovo meno gente ma diagnosi argomentate; attualmente io sono solo in grado di fare domande, ma col vostro aiuto e disponibilità,vorrei fare un percorso, lo vogliamo chiamare apprendistato?
il primo post che ho letto su questo forum è stato quello sull'idea open source di arturo; una filosofia basata sulla libera circolazione delle idee;
bene, voi siete sicuramente preparati da questo punto di vista, volete mi pare allargare la cerchia dei sapienti e nel contempo io, ma spero anche altri, sono interessato a studiare, non essendoci un corso diciamo universitario per micologi, e sono disposto anche a comprare un microscopio serio, ma questo ha senso se qualcuno mi indirizza, fermo restando che per me la micologia è sempre un hobby ( il lavoro ovviamente viene prima ma nel mio caso comunque un pò di tempo libero me lo lascia), un hobby serio ma pur sempre un hobby;
in qualche modo non sono nè carne ne pesce, e per fare il salto di qualità avevo aperto questo post partendo dall'ABC, dalle forme macroscopiche dei funghi clavarioidi sensu latu;
per creare un posto dove imparare e dove ... rompervi le palle con le mie domande
certo della vostra disponibilità
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Re: ramarie: la forma
Caro Pinuccio,
permettimi di insistere: prima viene la pianificazione del percorso che si vuole compiere, poi il metodo per raggiungere gli obiettivi e, infine, gli strumenti per realizzarli.
Dunque, in primis, sei tu che devi sapere quanto vuoi "spenderti" per quest'hobby che magari, strada facendo, diventa tanto impegnativo da essere non meno di un lavoro; peraltro volentierissimamente sopportato perchè voluto.
Personalmente io mi sono posto l'obiettivo di applicarmi allo studio statistico dei generi/specie.
Non sono tanto interessato alla quantità di conoscenza che posso acquisire quanto alla sua qualità.
Ho fatto una scelta abbastanza selettiva perchè, per così dire, sono piu' interessato a una conoscenza "verticale" in profondità che ad una "orizzontale" che riguardi un pò tutto lo scibile micologico.
Mi aiuta in questo la mia specializzazione di statistico.
Siccome è questo il mio punto di vista, nei miei obiettivi rientra tutto ciò che ha a che vedere con la ricerca ambientale, la biodiversità, il sistema di relazioni funghi/simbionti/microfauna.
Per cui l'aspetto determinativo delle specie per me passa in secondo piano.
Altri, ovviamente, hanno obiettivi diversi.
L'importante è che ciascuno definisca dove voglia arrivare e metta dei "paletti" per non essere dispersivo.
A me, per esempio, lo studio delle spore impegna molto tempo. Ne misuro decine di migliaia. Tutto tempo, ovviamente, sottratto ad altri aspetti della micologia.
Fossi in te eviterei di specializzarmi su un genere. Prima fatti un'idea su tutto e poi scegli cosa ti piace di piu'.
Insomma: difficile mettersi nella testa degli altri . Comunque qui hai degli amici dispostissimi a condividere con te quello che sanno. Ho letto che hai il primo volume del libro di M.T. Basso. E' ottimo per chi vuole iniziare con la microscopia. Se poi sei insonne, puoi leggere la parte seconda di quel libro, da me curata. Ti assicuro sonni tranquilli entro cinque minuti
permettimi di insistere: prima viene la pianificazione del percorso che si vuole compiere, poi il metodo per raggiungere gli obiettivi e, infine, gli strumenti per realizzarli.
Dunque, in primis, sei tu che devi sapere quanto vuoi "spenderti" per quest'hobby che magari, strada facendo, diventa tanto impegnativo da essere non meno di un lavoro; peraltro volentierissimamente sopportato perchè voluto.
Personalmente io mi sono posto l'obiettivo di applicarmi allo studio statistico dei generi/specie.
Non sono tanto interessato alla quantità di conoscenza che posso acquisire quanto alla sua qualità.
Ho fatto una scelta abbastanza selettiva perchè, per così dire, sono piu' interessato a una conoscenza "verticale" in profondità che ad una "orizzontale" che riguardi un pò tutto lo scibile micologico.
Mi aiuta in questo la mia specializzazione di statistico.
Siccome è questo il mio punto di vista, nei miei obiettivi rientra tutto ciò che ha a che vedere con la ricerca ambientale, la biodiversità, il sistema di relazioni funghi/simbionti/microfauna.
Per cui l'aspetto determinativo delle specie per me passa in secondo piano.
Altri, ovviamente, hanno obiettivi diversi.
L'importante è che ciascuno definisca dove voglia arrivare e metta dei "paletti" per non essere dispersivo.
A me, per esempio, lo studio delle spore impegna molto tempo. Ne misuro decine di migliaia. Tutto tempo, ovviamente, sottratto ad altri aspetti della micologia.
Fossi in te eviterei di specializzarmi su un genere. Prima fatti un'idea su tutto e poi scegli cosa ti piace di piu'.
Insomma: difficile mettersi nella testa degli altri . Comunque qui hai degli amici dispostissimi a condividere con te quello che sanno. Ho letto che hai il primo volume del libro di M.T. Basso. E' ottimo per chi vuole iniziare con la microscopia. Se poi sei insonne, puoi leggere la parte seconda di quel libro, da me curata. Ti assicuro sonni tranquilli entro cinque minuti
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Re: ramarie: la forma
Egregio Daniele
mi lasci perplesso.
Fai un bel discorso , ineccepibile e dedicato ad un appassionato raccoglitore che vuole dedicarsi alle ramarie/clavarie/manine indicandogli con molta attenzione la strada da seguire e poi consigli due libri dedicati alla microscopia ad uno che.........non possiede il microscopio.
Rimango sorpreso.............per caso gli stai consigliando di tornare a raccogliere manine per levarlo di mezzo ?
Naturalmente scherzo e scherzi anche tu con quelle tavole statistiche in un topic dedicato alla decurrens.
Al posto del buon Pinuccio.....starei attento.
Gioromini.
mi lasci perplesso.
Fai un bel discorso , ineccepibile e dedicato ad un appassionato raccoglitore che vuole dedicarsi alle ramarie/clavarie/manine indicandogli con molta attenzione la strada da seguire e poi consigli due libri dedicati alla microscopia ad uno che.........non possiede il microscopio.
Rimango sorpreso.............per caso gli stai consigliando di tornare a raccogliere manine per levarlo di mezzo ?
Naturalmente scherzo e scherzi anche tu con quelle tavole statistiche in un topic dedicato alla decurrens.
Al posto del buon Pinuccio.....starei attento.
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Re: ramarie: la forma
daniè complimenti sinceri;
come studente di medicina ho conosciuto tanti professori e ne ricordo alcuni bravissimi nella pratica ma assolutamente negativi come insegnanti, altri bravissimi nella pratica e nell'insegnamento, con la capacità di rendere semplici ed accessibili a tutti concetti complicati e teorici; ho alcuni testi di medina, l'Hollander, ricordo anche il Galloni, oramai ampiamente superato ma di cui non riesco a liberami perchè troppo bello nella sua capacità comunicativa; leggendo i post sopra mi rendo conto che fai parte di questa schiera;
non avevo letto il tuo nome come collaboratore della Basso nell'introduzione e pertanto eviterò con attenzione di leggerlo per non appassionarmi troppo e quindi non dormire
comunque si, io vorrei approfondire proprio i funghi clavarioidi sensu latu, e capire i confini della macroscopia, i limiti sono evidenti; per esempio nel post ramaria quale? , pensando a specie terricola giungo alla diagnosi di clavarioides, ma Placido , mi dicono grosso esperto, senza spiegazioni mi dice apiculata; ieri ho provato il percorso lignicolo ... e mi viene apiculata! sono certo che placido ha tanta conoscenza in più e non ha avuto bisogno del microscopio( penso abbia ragione evidentemente); io tuttavia penso sempre al contadino che difficilmente sbagliava, vorrei coniugare lo studio con la pratica per evitare quell'errore del contadino che, pur esperto, ogni tanto sbagliava;
impresa difficile, anche impossibile? non lo so, ci vorrei provare, e per farlo devo partire chiaramente e necessariamente dall'uso del microscopio, ma anche dalla frequentazione di manigoldi che ridacchiano vedendomi addormentato sui loro libri
come studente di medicina ho conosciuto tanti professori e ne ricordo alcuni bravissimi nella pratica ma assolutamente negativi come insegnanti, altri bravissimi nella pratica e nell'insegnamento, con la capacità di rendere semplici ed accessibili a tutti concetti complicati e teorici; ho alcuni testi di medina, l'Hollander, ricordo anche il Galloni, oramai ampiamente superato ma di cui non riesco a liberami perchè troppo bello nella sua capacità comunicativa; leggendo i post sopra mi rendo conto che fai parte di questa schiera;
non avevo letto il tuo nome come collaboratore della Basso nell'introduzione e pertanto eviterò con attenzione di leggerlo per non appassionarmi troppo e quindi non dormire
comunque si, io vorrei approfondire proprio i funghi clavarioidi sensu latu, e capire i confini della macroscopia, i limiti sono evidenti; per esempio nel post ramaria quale? , pensando a specie terricola giungo alla diagnosi di clavarioides, ma Placido , mi dicono grosso esperto, senza spiegazioni mi dice apiculata; ieri ho provato il percorso lignicolo ... e mi viene apiculata! sono certo che placido ha tanta conoscenza in più e non ha avuto bisogno del microscopio( penso abbia ragione evidentemente); io tuttavia penso sempre al contadino che difficilmente sbagliava, vorrei coniugare lo studio con la pratica per evitare quell'errore del contadino che, pur esperto, ogni tanto sbagliava;
impresa difficile, anche impossibile? non lo so, ci vorrei provare, e per farlo devo partire chiaramente e necessariamente dall'uso del microscopio, ma anche dalla frequentazione di manigoldi che ridacchiano vedendomi addormentato sui loro libri
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Re: ramarie: la forma
E chi te lo dice che difficilmente sbagliava ?io tuttavia penso sempre al contadino che difficilmente sbagliava
E se poi difficilmente sbagliava era solo perchè raccoglieva i funghi o la cicoria selvatica solo nel suo bosco e prato od in quelli vicini dove evidentemente non esistevano specie simili velenose.
Anche quella poveraccia (Rumena mi pare) che un paio di mesi fa è morta ad Asti dopo aver mangiato Amanita phalloides raccolta in un parto pubblico, in passato (in Romania) aveva sempre raccolto e mangiato funghi ...
Evidentemente nei suoi soliti luoghi di raccolta non cresceva la phalloides od ha sempre avuto una fortuna sfacciata ...
In sostanza, con i funghi senza micro si fa poca strada ... (non che la micro chiarisca tutti i dubbi, ma assieme ad altre analisi, sicuramente fornisce elementi di valutazione insostituibili).